Accade spesso di dover chiudere la propria attività a causa di mancata o insufficiente fatturazione. Risulta essere una procedura spiacevole e noiosa, ma indispensabile per poter chiudere tutte le carte legate all’attività stessa, evitando di incorrere a problematiche di carattere legale.
I presupposti per la dichiarazione della propria attività sono: lo stato di insolvenza del debitore e che il debitore deve essere un imprenditore commerciale privato. La dichiarazione di fallimento verrà fatta dal Tribunale del luogo corrispondente alla sede dell’azienda. Potrà richiederla l’imprenditore insolvente, il Pubblico Ministero in seguito ad opportune verifiche e il Tribunale quando lo stato di insolvenza emerge nel corso di un processo civile.
Il Tribunale: in cui ha sede l’azienda, nomina il giudice delegato ed il curatore per l’assistenza e la gestione del patrimonio. Poi ordinerà all’azienda fallita di depositare tutti i vari bilanci.
I creditori dovranno presentare entro il periodo stabilito una domanda con l’indicazione della cifra dovuta dal fallito. Verrà poi stabilita la data dell’adunanza per la verifica dello stato passivo del fallimento.
La sentenza obbliga il debitore a presentare entro un giorno i bilanci, fissando un limite di tempo entro il quale i creditori possono presentare domanda, nominando il giudice e un curatore fallimentare.
Il fallito può infine presentare entro 15 giorni, la controsentenza (tranne se è stato egli stesso a dichiarare il fallimento). In tal caso vige la revoca del fallimento.