Se non avete fretta, e avete la possibilità di attendere un medio lungo periodo prima di incassare un cospicuo rendimento dai vostri investimenti finanziari, la strada che vi condurrà a un congruo impiego nei Btp potrebbe essere quella più ottimizzante. Il calo dei rendimenti di mercato in area euro ha infatti coinvolto anche i titoli di Stato di lungo termine, causando una corsa verso l’alto da parte dei prezzi dei Btp. Eppure, non tutto sembra essere perduto, anzi: chi può rinunciare a cedole periodiche può infatti abbassare notevolmente l’esborso, con prezzi che in alcuni casi possono arrivare alla metà del valore nominale. O quasi.
Investire in Btp, conviene rinunciare alle cedole?
Non tutti gli investitori potrebbero essere pronti a rinunciare a un flusso cedolare. Tuttavia, sebbene i Btp siano stati, anche nel recente passato, ampiamente apprezzati proprio per la possibilità di poter vantare un “interesse” periodico con il quale togliersi piccole e grandi soddisfazioni, non è certo errato pensare ai Btp come a strumenti per crearsi una rendita a scadenza, andando quindi a rinunciare al flusso cedolare.
In altri termini, investendo, oggi, una somma relativamente contenuta, sarà possibile venire in possesso – tra 10, 20, 30 anni o più – di una cifra più considerevole. Prendiamo ad esempio il Btp che scade nel 2044. Sarà dunque possibile assicurarsi 10 mila euro di valore nominale (ovvero, quanto viene concesso alla scadenza del piano) spendendone solamente il 52%, ovvero 5.200 euro. Per ottenere uno stesso Btp con scadenza nel 2044, ma fornito di cedole, occorrerebbe invece pagare un valore nominale sopra quota 100.
Investire nei Btp, chi lo fa?
Quanto sopra ci permette altresì di compiere una breve valutazione. L’investimento nei Btp può infatti ben rivolgersi a una platea sensibilmente più ampia e diversificata di quanto si possa immaginare. Ad esempio, l’investimento in Btp privato delle cedole potrebbe esser fatto proprio da quegli investitori “alle prime armi”, investitori giovani che – pur senza grandissime risorse economiche nel presente – con un investimento a bassissimo rischio riescono a potersi garantire una rendita a scadenza piuttosto considerevole rispetto al prezzo di acquisto.
A proposito di rischio, le rassicurazioni sembrano essere piuttosto scontate. Il grado di affidabilità dei Btp privi di cedole è infatti identico a quello delle emissioni che vengono assistite da cedole. Certo, il rating non è proprio brillantissimo, ma le condizioni sembrano essere in miglioramento e, in ogni caso, il rischio di insolvenza dello Stato Italiano è concretamente molto basso.
Per chi ambisce infine a scadenze meno protratte nel tempo, ci si può collocare a una scadenza intermedia che ci permette comunque di strappare un rendimento di interesse: acquistando un Btp scadenza 1/2/2030, ad esempio, al prezzo di 75,81, si ottiene un rendimento dell’1,82%.