Se i rendimenti delle azioni sono imprevedibili e si ha un lungo orizzonte temporale, il portafoglio ideale non dovrebbe essere costruito basandosi sui rendimenti degli ultimissimi anni.
Un portafoglio bilanciato vi permette di evitare il timing di mercato
Non avrete mai tutti gli asset in perdita, questo almeno finché bilanciate il portafoglio. Risulta essere importante bilanciare il portafoglio perché le perdite sono più costose dei guadagni per due ordini di motivi: Prima di tutto, per la maggior parte degli investitori il dolore per aver perso il 10% del portafoglio supera abbondantemente la gioia di aver guadagnato il 10%.
In secondo luogo, se un asset class perde il 33.3% del suo valore, dovrà guadagnare il 50% per tornare a brek even. Vista in questi termini la perdita è molto più grave di quello che pensavamo, vero?
Quando ribilanciate il portafoglio, siate precisi come chirurghi: vendete gli strumenti finanziari che sono ormai sopravvalutati quando salgono, e acquistate quelli sottovalutati dal mercato. Detto così sembra banale, ma non lo è affatto; leggete l’esempio che segue.
Non ribilanciare il portafoglio, lasciandolo così com’è anche in caso di un portafoglio originariamente ben bilanciato, potrebbe portarvi a perdite più alte di quello che pensate. Il portafoglio infatti rischia di essere sopravvalutato quando il mercato raggiunge i massimi e di avere azioni trascurate dal mercato quando è ai minimi.
Un esempio? Partendo dai portafogli di riferimento creati dalla Ibbotson Associates, se si fosse creato un portafoglio bilanciato nel 1987 e, da allora, non lo si fosse mai toccato, ci si sarebbe ritrovati con un’esposizione azionaria del 73% ai massimi di mercato del marzo 2000.
Ultimo ma non meno importante, anzi importantissimo, ribilanciare fornisce una disciplina che aiuta gli investitori a evitare l’inerzia
Senza disciplina, molti investitori non fanno nulla perché non sono sicuri di quello che devono fare; e il non far nulla è altrettanto pericoloso quanto il prendere una decisione sbagliata.