In passato abbiamo parlato del concetto di money management, ovvero della gestione del proprio capitale al fine di tenerlo il più a lungo possibile. Ricordiamo che ci sono diversi modi per fare money management, come ad esempio usare gli stop loss, ma tutti hanno come obiettivo quello di farci fare Forex il più a lungo possibile.
Per sapere quanto è in realtà “a rischio” una determinata operazione che abbiamo aperto, è necessario conoscere due parametri: la dimensione dello stop loss e il rischio percentuale che abbiamo scelto.
Per fare un esempio, supponiamo di aver scelto un rischio percentuale del 2% sul valore del nostro account. Se abbiamo 5.000 dollari, significa che il massimo che vogliamo rischiare è il 2% di 5.000 dollari, ovvero 100 dollari. Quindi, con ogni operazione, l’importo massimo che possiamo perdere è di 100 dollari.
Con questa percentuale, ci vorrebbero 50 perdite in fila prima di aver perduto tutto il nostro capitale. Supponendo che il nostro sistema è buono, avere 50 perdite consecutive è molto improbabile.
Se il nostro sistema di trading, ad esempio, ha un rapporto di vincite pari all’80% del totale delle posizioni giocate, e che il numero massimo di perdite consecutive che abbiamo avuto è stato di 7, allora vediamo come le probabilità che ci siano 50 perdite in file è molto bassa.
D’altra parte, se la percentuale di rischio fosse stata del 4%, allora ci sarebbero volute 25 perdite consecutive invece di 50. Quindi, come possiamo vedere, il numero di operazioni negative che servono per perdere tutto il nostro capitale diminuisce se si aumenta il rischio percentuale.
A questo punto ci chiediamo, ora che sappiamo quanto rischio è legato ad ogni operazione che apriamo nel Forex, come facciamo per calcolare il nostro grado di rischio in una posizione reale nel Forex?
Nel prossimo articolo continueremo l’approfondimento sul money management, andando a vedere un esempio pratico di questo espresso fino ad ora.